Lettera aperta su Legge Regionale “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 luglio 2011 n. 23 – Riordino delle funzioni in materia di aree produttive”.

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Egregi

Dott. Gianni Chiodi - Presidente Regione Abruzzo

Avv. Nazario Pagano - Presidente Consiglio Regionale d’Abruzzo 

Dott. Alfredo Castiglione - Assessore allo Sviluppo Economico Regione Abruzzo

Dott. Nicola Argirò - Presidente IV Commissione Industria Consiglio Regionale d’Abruzzo

 

Cari Presidenti ed Assessore,

con riferimento all’applicazione della Legge Regionale in oggetto, approvata lo scorso 11 Marzo dal Consiglio regionale, questa Organizzazione esprime forti perplessità riguardo agli effetti che potrebbero con molta probabilità determinarsi nella gestione delle aree industriali e sulle aziende industriali in esse ubicate.

Ciò, pur comprendendo l’intendimento della Legge volta a dare soluzione ad alcune situazioni verificatesi nei territori interessati a seguito del devastante sisma del 2009.

Al riguardo, peraltro, questa Organizzazione fa comunque salva l’applicazione della normativa nei suddetti territori mentre per il resto della Regione ritiene che essa vada o non applicata o fortemente modificata.

In premessa, dobbiamo rilevare che, per una normativa così importante per la tematica trattata, sarebbe stata opportuna una consultazione preliminare con le Associazioni di Categoria interessate, tale da evitare in via preventiva le criticità di merito che riteniamo andranno a manifestarsi con l’applicazione della L.R. stessa.

Nel merito, infatti, la normativa modifica la destinazione industriale delle aree industriali per le quali Confindustria ha da sempre manifestato il parere che dovessero rimanere a vocazione esclusivamente industriale al fine di garantirne la migliore gestione in termini di infrastrutture, servizi specifici e per quant’altro necessario alle attività specificatamente di tipo industriale.

Pertanto, con riferimento al fatto che tale disposizione va a configurarsi di fatto come una sorta di variante urbanistica, andrebbe pertanto appurato, in primo luogo, se tale normativa può ritenersi già operativa o se necessita invece di ulteriori passaggi normativi e/o amministrativi. 

Il problema più rilevante riguarda comunque le possibili incompatibilità fra le attività propriamente industriali e le attività produttive di altro tipo, in termini di conflitti che riteniamo di sicuro andranno a determinarsi.

E’ evidente, infatti, che soprattutto alcune attività commerciali andranno a scontrarsi in particolare con quelle attività industriali che, pur in regola con le più severe normative ambientali, implicano inevitabili effetti secondari quali rumori, odori ecc…, e/o che manifestano particolari problematiche in termini di orari, viabilità ecc….

Sarebbe quindi veramente inaccettabile se la sanatoria delle attività non industriali andasse a condizionare le attività industriali presenti o a precludere nuovi investimenti industriali, con notevoli danni per l’intera economia regionale, di cui l’industria rappresenta sicuramente il settore portante in termini di PIL e di occupazione.

Quanto ciò premesso, chiediamo che la normativa in oggetto venga profondamente modificata nel senso di circoscriverne l’attuazione ai soli territori interessati dagli effetti del sisma, così come del resto richiestoci da numerose imprese nostre associate.

Nel segnalarne l’urgenza, ci rendiamo comunque disponibili ad un incontro per approfondire e definire la questione.

Certo della Vostra attenzione, resto in attesa di un cortese riscontro, ed invio i più cordiali saluti.

    Mauro Angelucci

 

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