TURISMO

Tratto dal documento realizzato da Confindustria Abruzzo “Linee guida per la legislatura regionale 2000 - 2004”

In relazione alle risorse ambientali, naturali, culturali, artistiche ed archeologiche di cui è dotato l’Abruzzo, le attività turistiche potrebbero costituire -potenzialmente- uno dei più importanti fattori di attrazione regionale, sia in termini di flussi turistici che di investimenti e di iniziative imprenditoriali.

Del turismo, infatti, si esaltano le risorse, tutte di pregio, si vantano le potenzialità, soprattutto quelle connesse alle risorse ambientali e culturali, ma nel contempo si lamentano le situazioni di inadeguatezza delle strutture e delle dotazioni di servizi connesse al settore.

In particolare le situazioni di inadeguatezza e di inefficienza vengono lamentate nelle realtà territoriali e nei settori complementari in cui le connessioni dell’attività turistica sono più forti come ad esempio l’ambiente naturale, le attività agricole e le stesse attività culturali e di servizio al settore.

Riguardo a questa situazione, la politica e la programmazione regionale, finora, hanno assunto posizioni e scelte che secondo Confindustria Abruzzo non si confanno né alla natura di questa attività né alla portata dei problemi che questa attività comporta.

Sul piano politico, infatti, le attività del turismo sono state ricondotte in una concezione di attività di risulta relegandole in via subordinata all’ambiente ed all’agricoltura senza dare ad esse, invece, una dignità ed una operatività propria, e solo in alcuni casi le sono stati assegnati ruoli, limitatissimi, nel settore delle infrastrutture e nel settore di gestione dei sistemi insediativi.

In particolare le indicazioni programmatiche relative alla gestione dell’ambiente, basate peraltro prevalentemente su un regime diffuso di tutela ambientale proprio nei territori più fragili e meno dotati sul piano economico, delineano un quadro decisamente penalizzante sia come possibilità di intervento che come risorse assegnate alle attività prevedibili, tutte strettamente ecocompatibili e tutte decisamente marginali.

Come possibilità di intervento le condizioni di vincolo diffuse e rigorose consentono infatti limitatissimi spazi di manovra come è il caso dell’ambito dei territori nei parchi che tra l’altro rappresentano una quota di superficie territoriale ben superiore alla situazione media italiana (si ricorda che in Abruzzo la quota di territoriale vincolata dai parchi non solo è superiore alla quota massima consentita per legge -30%- ma è addirittura ben tre volte superiore a quella riferita alla situazione media italiana).

Come risorse assegnate dalla programmazione e dalla politica regionale la situazione per le attività turistiche è altrettanto penalizzante se confrontata con altri settori.

Ciò considerando anche che i segmenti ed i settori sostenuti sono quelli più marginali come l’agricoltura, le attività di gestione del territorio protetto e solo in parte ed in maniera limitatissima le attività di diretta espressione del settore come la ricettività e tutti i servizi connessi alle presenze turistiche sul territorio.

Altre dotazioni di risorse sono previste per le attività di promozione e di sostegno alla mera definizione dell’immagine turistica regionale ma esse, forse perché incanalate in un apparato appesantito da inefficienze di carattere burocratico, appaiono sicuramente insufficienti e conseguentemente inefficaci.

Su altre parti ed indirizzi programmatici mancano a tutto campo risorse per il sostegno di attività di diretta espressione del settore come quelle relative alle strutture della ricettività turistica ed alle strutture di supporto e complementari ad essa (impianti, strutture complementari) soprattutto in quegli ambiti territoriali in cui il turismo assume non solo un ruolo rilevante ma fondante dell’economia.

Su questi aspetti Confindustria Abruzzo evidenzia la necessità di riconsiderare la politica complessiva del settore sostenendo per quanto possibile un alleggerimento dei vincoli in tutti quei contesti e per tutte quelle iniziative che pur finalizzate al turismo assumono per la specificità dei luoghi in cui si collocano una portata ed una efficacia di carattere integrale (si pensi alle dotazioni per le attività turistiche negli ambienti montani e nei parchi, alle infrastrutture di rete come quelle necessarie per recuperare la marginalità e l’isolamento dei territori periferici, ecc.).

Non ultima si conferma la necessità di potenziamento delle politiche, di ammodernamento e di riqualificazione delle strutture e dei servizi necessari negli ambienti di più elevata dotazione (strutture ricettive, impianti e strutture come porti, aeroporti, ecc.)

Su questo piano Confindustria ribadisce con forza come sia necessario riconsiderare in un contesto di più incisiva operatività tutti i segmenti economici legati al turismo affinché questa attività si trasformi secondo una organizzazione strutturale e funzionale di tipo industriale, diventando, così, non solo il motore delle aree depresse e marginali vocate a queste attività, ma anche il fattore di riqualificazione del sistema insediativo più problematico e compromesso come quello costiero.

Queste indicazioni, in sintesi, possono essere esemplificate nelle proposte progettuali sottoelencate; esse vanno considerate in un ventaglio di obiettivi legati alle più generali scelte che riguardano i settori turistici, tra cui principalmente l’ambiente naturale, le infrastrutture generali e le infrastrutture specifiche di settore, nonché i sistemi insediativi.
In tale senso le proposte dovrebbero avere come obiettivi di fondo:

- il sostegno alla riqualificazione dell’offerta turistica e specificamente di quella connessa ai sistemi turistici consolidati;

- lo sviluppo di appropriate offerte nell’ambito dei sistemi del turismo specializzato, che si traducano nello sviluppo di pacchetti organizzati riguardanti il turismo naturale, il turismo culturale e il turismo residenziale di tipo naturistico, ecc.;

- il sostegno alla formazione di strutture di servizio integrate con reti di promozione dell’offerta turistica in tutte le sue forme, anche con il coinvolgimento delle grandi società di trasporto aeroportuali, marittime, ferroviarie e su gomma;

- il sostegno e la promozione di forme di turismo legate agli ambienti naturali privilegiati con collegamenti ai settori economici;

- l’incentivazione e la realizzazione di infrastrutture e servizi a rete, finalizzate allo sviluppo di comprensori montani con presenza di attività turistiche non collegate e non integrate;

- il sostegno e la creazione di strutture e di impianti finalizzati al turismo invernale nelle aree di maggiore potenzialità con priorità per il completamento dei sistemi attivi;

- la creazione di strutture finalizzate alla diffusione di nuove forme di turismo negli ambienti a vocazioni specifiche come gli ambienti lacuali o gli ambienti montani con sistemi insediativi di tipo museale;

- la riqualificazione e la ristrutturazione del patrimonio edilizio delle zone montane a vocazione turistica;

- l’incentivazione di azioni di monitoraggio e promozione turistica attraverso la rete internet.